«Ecco cosa c’è nella pancia di un pesce siluro»

Cesare Puzzi, ittiologo, studia i siluri da 10 anni. E racconta: «Un pesce che mangia tutto e può arrivare a tre quintali»
germano fotoGermani interi, gallinelle d’acqua, cormorani e svassi. Qualche volta pantegane, e tanti, tantissimi pesci, anche pregiati e di grossa taglia. Questo è quanto trovato nella pancia dei pesci siluri pescati in questi anni, anche in provincia di Varese.
E a raccontarlo è chi, questi animali, li studia.
Cesare Puzzi, un ittiologo che segue da tempo progetti per il contenimento di questi animali nei nostri laghi, soprattutto quello di Varese e quello di Comabbio.

Prima di tutto la taglia: l’esemplare trovato nel Verbano dai due sub è davvero un “mostro”?
«A dispetto dalla mera grandezza fisica, e dall’impressione che può suscitare, si tratta di un animale di taglia tutt’altro che inconsueta. Solo la scorsa settimana ne è stato pescato uno nel lago di Comabbio della lunghezza di 2 metri: pesava 50 chili. Ma sul Po, ad esempio, sono già stati pescati esemplari di 2 metri e 50 e di oltre 100 chili di peso».

Fino a che grandezza possono arrivare questi pesci?
«La letteratura parla di esemplari nell’Europa centrale che si aggirano attorno ai 250, 300 chili. Per raggiungere questa stazza possono vivere anche fino a 80 anni».

Quindi i siluri non mangiano solo pesci
«Si tratta di animali che seguono un’alimentazione “aspecifica”. Mangiano infatti non solo alcune specie ittiche, ma anche volatili e piccoli mammiferi. Riguardo all’uomo, non sono mai stati riportati casi mortali ed è anche inutile fare allarmismi. Può darsi che vi siano stati casi in cui si è verificato un contatto, ma nulla di pericoloso».

Vi sono diverse associazioni che tutelano il siluro: vuol dire che non è dannoso per le nostre acque?
«Tutt’altro: il siluro è dannoso e pericoloso per il nostro ecosistema e va limitato», tuttavia le sue carni sono ricercate specialmente nei paesi del nordest per i contenuti calorici. Da poco è entrato anche in Italia a far parte dell'alimentazione in alcuni ristoranti lungo il Po.
Articolo apparso su Varese News il 18/05/2012