La pesca al tocco & c.

A cura di Dimi-Bs Testi e foto
Hanno collaborato Luca FMX e PescaOk

la pesca al tocco di PescaOk

Prefazione personale

Premetto che questo è il frutto personale di un pescatore appassionato della pesca e della natura, ciò che scrivo è basato sulla mia esperienza piscatoria e sulla ricerca costante della materia tramite libri, riviste, internet sul genere…

Il mio è solo un semplice consiglio

Cosa può esserci di meglio che trascorrere una bella e sana giornata in mezzo alla natura montana, magari ancora selvaggia in riva ad un torrente con la nostra fedele canna da pesca (sì lo so una cosa ci sarebbe ma qua parliamo di pesca), e che dire degli odori, profumi sprigionati dalla natura che quasi dimentichiamo abitando in città…Le vette incontrastate all’orizzonte, le vaste pinete e faggeti che ci ricordano la vita, e che dire dei colori che cambiano ad ogni stagione, sembra che tutto sia stato dipinto a regola d’arte giusto per farci giovare e ricordare che se noi tutti ne avremo rispetto un giorno ne saremo ripagati.

Ricordiamoci che la natura è la madre del nostro sport.

Se poi l’uscita sarà in compagnia il gioco è fatto.

Cos’è ?

E’ una pesca basata alla ricerca della trota fatta nel suo ambiente naturale, nei torrenti montani.

Si può benissimo dire che è una pesca di precisione.

La regola prevede di sondare tutte le buche, anche le più piccole, ogni masso affiorante è una possibile tana, qualsiasi anfratto nella riva opposta può sempre ospitare la trota.

L’ambiente di pesca

Questi ambienti avranno caratteristiche molto variegate, ogni torrente avrà caratteristiche diverse dagli altri, in comune ci saranno tratti a corrente forte e tratti a corrente media ma mai ferma.

Cascate di varie fogge, schiume, spianate, raschi, buche.

Il torrente sarà a volte libero dalla vegetazione ma il più spesso delle volte sarà infrascato.

La profondità dello stesso è molto varia da pochi cm. fino a un metro e più nelle buche.

Il greto è costituito da massi di varie dimensioni che irrompono il moto vorticoso della corrente.

Ci sono anche torrenti, il cui fondo sarà ricoperto dalle alghe (questi li troviamo soprattutto verso il piano a valle).

Ricordiamoci che ogni masso è una buona tana, così come rami o tronchi caduti nell’acqua.

Le foto sotto dimostrano delle varie tipologie del torrente.

torrente ogliolo   torrente torrente     

 

Più saliremo di quota più troveremo le trote di misura slanciata ed allungata, questo perchè la maggior parte del loro cibo sarà costituita dagli insetti, mentre verso valle e sul piano avranno a disposizione più cibo e soprattutto piccoli pesci da cacciare.

La Canna

Teleregolabile per eccellenza ma non solo.

Ora le sue lunghezze sono delle più varie fino a 13 metri, ma un consiglio che posso dare dopo vari anni di pesca e’ una lunghezza di 7/8 metri, questa sarà più che sufficiente per affrontare la maggior parte dei torrenti.

La teleregolabile da la possibilità di fare arrivare l’esca proprio dove pensiamo sia la trota.

La caratteristica della stessa da la possibilità di pescare a diverse lunghezze bloccandola a nostro piacimento con le apposite boccole.

Le boccole sono di due modelli, uno è fatto di una gomma autorestringente che ci permetterà di regolare i settori della stessa a misura da noi desiderata.

Il secondo tipo sono delle boccole fisse, cioè che ci permetteranno di bloccare i settori della canna a misure stabilite, solitamente a settore per settore.

Ricordiamoci che deve essere rigida (direi anche molto rigida) per aver la maggior sensibilità possibile, anche la minima tocca si deve sentire e la ferrata sarà secca con un minimo colpo di polso.

Se useremo una canna morbida avrà parecchie oscillazioni ogni volta che il piombo toccherà il fondo, falsando la pesca, e quando avremo la tocca, la ferrata sarà ammortizzata dalla stessa, quindi avremo un’imprecisione di pesca e il rischio di perder la trota sarà molto alto.

 

 

Consiglio

Ricordiamoci che le teleregolabili sono canne studiate per pescare sotto vetta principalmente, mai lanciare come con le bolognesi si spezzerebbero inevitabilmente, al massimo se dovremo fare dei piccoli lanci li faremo a pendolo cioè facendo oscillare la montatura per poi rilasciarla.

Stiamo sempre attenti ai cavi elettrici le moderne canne sono fatte di carbonio che è un materiale ad alta conduzione elettrica.

Stiamo attenti a non fargli prendere botte, anche dei semplici graffi possono compromettere la stessa, magari spezzandosi nel momento della ferrata o recupero.

Una volta ferrata la trota non solleviamola di peso (anche se piccola) con tutta la canna aperta ma chiudiamo i vari elementi fino all’ ultimo (di solito su una 7 metri sono 4).

Le montature con i monofili facciamole a scalare nel diametro verso l’amo: ad esempio lenza madre dello 0.22, spezzone di filo dove ci sarà la montatura dello 0.20 e finale dello 0.18, in questo genere di pesca ci incaglieremo parecchio sul fondo, così facendo non perderemo tutta la montatura ma solo il finale.

Una cosa alquanto importante riguarda i finali, corti per trote in caccia e lunghi per trote apatiche, anche il diametro dello stesso si dovrà adeguare in base alla voracità delle trote.

 Un accessorio molto importante è il segnafilo (o segnalino) che ci farà sempre vedere la nostra lenza in che punto si trova.

 

        

 

Tecnica ideale di pesca

La corona di pallini      

E’ la montatura classica da pesca per il torrente, ce ne sono di vari tipi che useremo in base alla corrente ed alla sua profondità. Valida quando il fondo è irregolare ed è poco soggetta ad incagliarsi su di esso.

Può essere con piombi distribuiti equamente oppure caricata verso la parte finale della lenza.

Quando la costruiamo usiamo sempre pallini duri e non teneri, perchè toccando spesso il fondo i piombi teneri potrebbero spostarsi e far perdere efficacia alla nostra corona.

Questa montatura ci permetterà di ricercare la trota in punti fissi come ostacoli o massi (tane delle trote) o con delle passate a sondare il greto del torrente.

Montatura tipo: lenza madre 0.22, segnafilo, girella, corona, girella tripla finale.

Alcuni tipi di corona sono:

La caricata che ha il peso e la distribuzione dei pallini verso il fondo, ottima per acque veloci,

l’esca sarà sempre sul fondo, poi ci permetterà di poterla recuperare in controcorrente mantenendo sempre l’esca verso il fondo.

La sua costruzione: girella, spezzone di filo dello 0,20, lungo 100 cm., qui vi fisseremo 22 pallini del n° 4, i primi 8 partendo dalla girella li metteremo ad una distanza di circa 6 cm. l’uno dall’altro, dal 9° pallino al 12° pallino la distanza tra loro sarà di 5 cm., dal 13° al 15° la distanza di 4 cm., dal 16° al 18° ad una distanza di 3 cm., dal 19° al 20° ad una distanza di 2 cm. e gli ultimi restanti li metteremo ad una distanza di 1 cm., poi metteremo la girella doppia o tripla, il finale sarà lungo dai 10 ai 30 cm.

Da ricerca che ha i pallini della stessa misura e la loro distanza tra essi è di 2 cm. mentre gli ultimi 8 che vanno verso il finale saranno distanziati tra loro di 1 cm. questo per far mantenere

l’esca verso il fondo.

La sua costruzione: girella, spezzone di filo dello 0,20, lungo circa 80 cm, la lunghezza può esser aumentata in base al luogo di pesca, qui vi fisseremo 16 pallini del n° 4 ad una distanza di 2 cm. l’uno dall’altro, mentre gli ultimi 4 avranno una distanza di 1 cm., poi metteremo la girella doppia o tripla, il finale sarà lungo dai 20 ai 30 cm.

Di Cesano i cui pallini avranno tutti la stessa distanza, questa la renderà molto naturale nei movimenti.

La sua costruzione: girella, spezzone di filo dello 0,20, lungo circa 100 cm., partendo dal basso vi metteremo 15 pallini del n° 4 ad una distanza di circa 6 cm. l’uno dall’altro, poi metteremo la girella doppia o tripla, il finale sarà lungo circa 30 cm.

Mezza corona utile nelle acque basse.

La sua costruzione: girella spezzone di filo dello 0,20, lungo 45 cm., su cui monteremo 19 pallini del n° 3,5/4.

Il 1° subito sotto la girella, il 2° a 6 cm., il 3° a 5,5, cm il 4° a 5 cm, il 5° a 4,5 cm, il 6° a 4 cm, il 7° a 3,5 cm, l’ 8° a 3 cm, il 9° a 2,5 cm, il 10° a 2 cm, l’ 11° a 2 cm, dal 12° al 14° a 1,5 cm,

dal 15° al 16° a 1 cm, dal 17° al 19° a cm 0,5 poi metteremo la girella doppia o tripla, il finale sarà lungo dai 15 ai 20 cm.

Da canale molto particolare per acque fonde e veloci.

La sua costruzione: girella, spezzone di filo dello 0,20 lungo 140 cm., su cui monteremo 32 pallini del n° 3,5/4 ad una distanza decrescente verso l’alto, poi metteremo la girella doppia o tripla, il finale sarà lungo 30 cm. con la particolarità di fissargli 2/3 pallini a circa metà lunghezza.

Tecnica in generale sulle corone:

Se peschiamo sotto vetta tratteniamo sempre il filo fra le dita che ci darà ogni tipo di sensazione durante l’azione, facciamo posare l’esca un pò prima rispetto a dove presumiamo che ci sia la tana, facendola accompagnare dalla corrente nella maniera il più possibile naturale così facendo potremmo coglier di sorpresa la trota.

Il galleggiantino

 

Usiamo i modelli a pera rovesciata o a forma tonda, la loro grammatura sarà in base alla corrente e profondità dell’acqua, in genere da 1 gr. a 5 gr.

Questa montatura la useremo dove la corrente dell’acqua si placa e dove ci saranno buche ampie e profonde.

Tecnica: lanciamo a monte e rallentiamo la caduta della montatura in acqua frenando l’uscita del filo dalla bobina con un dito, iniziamo a seguire la passata che potrà esser anche lunga dove eserciteremo la trattenuta, in modo che prima arrivi l’esca che svolazzerà in maniera naturale e poi tutta la montatura.

Facciamo andare la montatura nei rigiri d’acqua, o a filo delle correnti più veloci, qui ci saranno le trote in attesa che la corrente gli porti del cibo.

La loro costruzione: la lenza madre sarà dello 0,18 ed il finale dallo 0.16 a calare.

1° tipo per correnti sostenute:

usiamo un galleggiante sferico di grammatura rapportata alla corrente, mettiamo i piombini raggruppati verso il fondo ad una distanza di circa 1 cm. tra l’uno e l’altro, girella, finale lungo da 15 a 25 cm.

2° tipo per correnti lente e ampie buche:

usiamo il galleggiante a pera rovesciata, ad esempio da 3 gr., i pallini li distribuiamo in questa maniera 1 appena sopra la girella, 2 sopra di esso di 20 cm. e altri 3 sopra di essi di 20 cm. (questa non è una regola ma in genere va bene così distribuita) girella, finale lungo da 30 a 50 cm.

3° tipo per correnti medie ed uniformi:

usiamo il galleggiante a pera rovesciata, ad esempio di 3 gr., i pallini li distribuiamo in questa maniera partendo sopra dalla girella di 3 cm, 3 pallini distanziati tra loro di 3 cm., 1 a 5 cm sopra di essi, 1 a 7 cm sopra di esso, e 1 a 12 cm sopra di esso.

Il pallettone trasparente o biglia di vetro

      

 

E’ di vetro e la sua forma è sferica, ma si possono anche usare i vetrini da laghetto, la particolarità è che risulterà quasi invisibile nell’ acqua .

In commercio ci sono di vario peso come da 5 gr a 20 gr.

Ricordiamoci che il vetro ha un peso specifico più leggero rispetto a quelle di piombo, io calcolo che abbia una galleggiabilità pari a tre grammi rispetto al peso che a, esempio se la biglia pesa 10 gr. Nell’ acqua il suo peso sarà all’incirca di 7 gr.

Il suo uso ideale è nelle acque limpide con trote sospettose.

La sua costruzione: lenza madre dello 0,22, segnafilo, biglia, aggiungiamo un pezzo di gommino magari dal colore trasparente che fungerà da salvanodo, girella doppia o triplo, finale lungo da 30 a 50 cm.

Tecnica: si pescherà sotto vetta, posiamo la montatura un po’ a monte rispetto a dove riteniamo ci sia la tana , facendo adagiare sul fondo la biglia , accompagniamo la montatura verso la tana facendo una trattenuta in modo che prima arrivi la nostra esca che fluttuerà in acqua in maniera naturale. Se la trota c’e’ non mancherà di attaccare l’esca .

Personalmente come salva nodo io uso gli stopperini che si usano per fermare i galleggianti inglesi.

Il pallettone o biglia di piombo

                            

Tipo intercambiabile Tipo fisso

Questi sono due modelli tra i tanti in commercio , quello intercambiabile darà la possibilista di poter cambiare alla bisogna la grammatura del piombo , semplicemente sfilando i due tappini neri .

Tecnica/montatura: usiamolo in caso d’acque vorticose dove l’esca deve esser messa in un punto stabilito (ad esempio dietro ad un masso), se ci sono troppi sassi di medie e grosse dimensioni sul fondo saranno molto facile incagliare , ma con un po’ di esperienza sarà facile da gestire .

La tecnica è la stessa del pallettone in vetro.

La montatura sarà costituita dalla lenza madre dello 0,20/22 , segnafilo , pallettone , gommino salvanodo , girella doppia o tripla , finale 0,18 o meno , lungo da 40 a 80 cm.

La spirale (rodolon)

 

 

Solitamente costituita da filo di piombo avvolto su di un tubicino di plastica . In base alla sua lunghezza o al diametro del filo si costituirà il peso della stessa. La troviamo nei negozi gia pronta in varie grammature , oppure possiamo autocostruirci la spirale usando il filo di piombo avvolto sui tubetti dei cottonfioc.

Il suo uso ideale è nei torrenti medi e ampi di poca o media o forte corrente con fondo a ghiaia o a sassi dove vista la sua forma eviterà di incagliarsi, sarà da usare a recupero o trasportata dalla corrente.

Ottima in acque basse.

Ma la tecnica ideale e’ di farle trasportare dalla corrente come se facessimo una passata.

La possiamo usare anche nei piccoli torrenti effettuando dei lanci stando a debita distanza dalla sponda per non farci scorgere dalla trota.

La sua costruzione: lenza madre dello 0,20, segnafilo, girella, spezzone di filo dello 0,18 lungo dai 30 a 100 cm. in base all’ ampiezza del luogo di pesca, spirale girella doppia o tripla , finale lungo dai 30 ai 100 cm.

Tecnica: Effettuato il lancio (a pendolo se useremo la teleregolabile o la classica canna da laghetto per fare i lanci a lunga distanza) appena la spirale tocca l’ acqua iniziamo subito il recupero se la trota c’e’ non mancherà di attaccare la nostra esca , oppure lanciamo a monte e facciamo trasportare la nostra montatura dalla corrente tenendo sempre il filo in mano ed in tensione per controllare la passata e sentire le eventuali tocche.

Il pendolo

 

Questo simile alla spirale ma la sua particolarità è che su di un’estremità del tubicino c’e’ attaccata una girella e non va montato diretto sul filo, ma vi resterà attaccato ad lui tramite la sua girella che sarà collegata al filo tramite un'altra girella con moschettone.

Il suo uso ideale è lo stesso della spirale con la differenza che sarà ancora meno propensa ad incagliarsi e si avvantaggerà di rendere una scarsa se non nulla resistenza alle abboccate dato che scorre libero sul filo , quindi la trota non sentirà quasi nessuna resistenza durante la tocca.

La sua costruzione: lenza madre dello 0,22, girella con moschettone (cui poi sarà collegata la girella fissata sul pendolino e il pendolino stesso) un pezzo di tubicino in gomma per ammortizzare i colpi del pendolo durante i lanci e le passate , girella doppia o tripla , finale lungo da 50 a 70 cm.

Tecnica: stessa della spirale.

Le spaccatine di montagna

Sono dei piombi dalla forma cilindrica e allungata.

Si possono usare al posto dei classici piombini per fare delle corone, la differenza sta che essendo lunghi se ne metteremo tanti toglieranno naturalezza la montatura.

L’ ideale è di metterne 3/4, poi la girella ed il finale, li useremo in correnti medio lente con poco fondo, renderanno un movimento molto naturale dell’esca.

La pallina bianca

                     

E’ una pallina tonda di color bianco, si usa come segnalatore e per sorreggere la montatura, anche per vedere dove si trova il filo trasportato dalla corrente. La sua grammatura va dagli 0,5 gr. ai 5gr. Il peso si sceglierà in base alla corrente del posto.

Il sistema consiste di far viaggiare l’esca in maniera naturale, trasportata dalla corrente, così da ingannare le trote.

La montatura: lenza madre 0,18/20, pallina , girella singola , finale (il diametro in base alle mangiate) 0,16 , lungo dai 30 hai 50 cm. amo 10/12 , questo per pescare sul pelo dell’ acqua.

Aggiungiamo uno o due pallini del n° 9/10 ad una distanza di circa 35 cm. Dall’ amo se vogliamo che l’esca stia appena sotto il pelo dell’acqua.

Tecnica: Lanciamo verso monte e facciamo trasportare il tutto dalla corrente in maniera naturale badando di tenere sempre in tensione il filo, questa sarà trasportata nei punti migliori dalla corrente dell’acqua dandoci la possibilità di sondare tutte le possibili tane delle trote.

L’abboccata è favolosa, e si vede proprio la trota salire al pelo dell’acqua a ghermire la nostra esca.

Il temolino

                            

E’ un tubicino di gomma lungo circa 10/12 cm , generalmente di color verde dove al suo apice c’e’ una girella che servirà da collegamento alla lenza , e alla sua fine all’ interno del tubetto ci sarà un piombo .

Il suo uso ideale è la pesca detta a bandiera fatta in ampie buche dove ci sarà una corrente media che servirà a far svolazzare la nostra esca attirando il pesce. Se la corrente sarà troppo lenta o ferma renderà inefficace il tutto lasciando che il finale non svolazzi e si adagi sul fondo.

La montatura: lenza madre dello 0, 20, girella a tre vie (è quella con 3 cerchiolini attaccati su di tre lati) bracciolo/finale dello 0,18 lungo dai 30 agli 80 cm., spezzone di filo dello 0, 16 dove ci sarà collegato il temolino lungo dai 50 ai 100cm.

Ricordiamoci che il finale sarà sempre più corto rispetto allo spezzone che monta il temolino.

Esempio: finale dello 0,18 lungo 35 cm. spezzone dello 0,16 lungo 50 cm.

Importante: lo spezzone di filo a cui sarà montato il temolino dovrà sempre essere di diametro inferiore rispetto alla lenza madre ed al finale, in modo che se s’impiglierà perderemo solo quello e non tutto il resto.

Tecnica: sarà una specie di pesca a fondo con la particolarità che sarà ad una distanza da esso prestabilita dalla nostra montatura.

Lanciamo nella buca e facciamo andare sul fondo il temolino, sarà poi la corrente stessa a rendere efficace la nostra esca.

Tutte le esche vanno bene, possiamo usarlo anche col pesciolino vivo.

 

La camolera e la moschera

 

                               

Buldo Camolera Moschera

La differenza sostanziale tra le due è l’esca che è montata sull’amo, come dice la parola stessa la camolera avrà montato delle finte camole e la moschera delle finte mosche.

La possiamo usare in correnti lente e medie.

La montatura: lenza madre dello 0,20, buldo, girella, finale lungo 200 cm. dello 0,18.

Le mosche/camole saranno fissate su di un bracciolo lungo 10 cm. che poi collegheremo al finale.

Posizionamento mosche/camole : sul finale partendo dalla girella o dal buldo la prima mosca/camola la metteremo ad una distanza di 150 cm. la seconda la mettiamo a circa 30 cm. dalla prima , e l’ ultima la monteremo in punta (alla fine).

Tecnica: lanciamo a monte e facciamo trasportare il tutto dalla corrente , mantenendo sempre un contatto con tutta la montatura , facciamogli fare una passata.

Oppure se la corrente e’ nulla lanciamo e facciamo dei piccoli e lenti recuperi invogliando il pesce ad abboccare.

Se peschiamo a galla saranno favolose da vedere le bollate della trota quando ghermirà la nostra insidia.

Un altro sistema (sopratutto se il fondo del fiume è regolare) è di aggiungere alla fine della camolera o moschera un temolino (in questo caso l’ultima esca sarà sostituita dal temolino, e la monteremo sul tratto di finale) che trasporterò la nostra insidia sul fondo.

Tecnica: lanciamo a monte e lasciamo trasportare il tutto dalla corrente mantenendo sempre il contatto , in modo che le nostre esche svolazzino naturalmente .

La bolognese.

La sua lunghezza ideale varia dai 4 ai 6 metri.

Deve essere ad azione di punta ed avere una potenza di lancio variabile fin ad un massimo di 15/20gr.

L’ azione di punta servirà per aver maggior sensibilità alle tocche.

Il loro uso ideale è nei torrenti con discreta portata fino ad un massimo di 2 metri di profondità, altro luogo d’uso sono i canali dove si possono fare le passate con il galleggiante.

Tecnica ideale di pesca:

 

Il rodolon ovvero la spiralina di piombo

La passata con galleggiante.

Il temolino

Il pendolo.

La camolera e la moschera

La canna fissa.

Si userà un modello molto rigido, la lunghezza varierà in base al posto di pesca .

Tecnica ideale di pesca

La montatura è costituita dalla lenza madre dello 0,25/30, un segnafilo, la girella ed il terminale dello 0,20 lungo 30 cm. su di esso monteremo 3/4 pallini di piombo del n° 3 ad una distanza di 15/20 cm. dall’ amo , questi serviranno per far mantenere il fondo all’ esca.

I monofili

Sono di due tipi di colore, uno è neutro che dovremo abbinare ad un segnafilo per renderlo al pescatore e dare la giusta posizione dello stesso durante la passata mentre l’ altro e’di colore giallo fluorescente già di per sé visibile questo non avrà bisogno di nessun di nessun segnafilo.

Personalmente uso il colore neutro perché penso che il colore giallo fluo possa vederlo facilmente anche il pesce cosi come lo vediamo noi.

Il mulinello

                                                                    

Frizione anteriore Bobina coperta Frizione posteriore

Per la teleregolabile è un attrezzo indispensabile, ma allo stesso tempo quasi superfluo, serve solamente a raccogliere il filo, dunque un mulinello al massimo di misura 2500, ma più è piccolo, più è meglio (la misura 1000/1500 è l’ideale)

Si possono usare anche i mulinelli a bobina chiusa, questi specifici per la pesca al tocco, personalmente preferiscono quelli normali con frizione anteriore.

L’abbigliamento

Mimetismo è la parola d’ordine, colori scuri come il verde o il blu, in inverno vestiamoci a strati in modo che se dovessimo aver caldo potremo toglierci un indumento alla volta.

Le scarpe da trekking sono un ottimo alleato che ci aiuteranno nelle lunghe camminate .

Gli stivali a coscia serviranno per guadare il torrente e per pescare a piedi in acqua (questi ci sono di vari materiali, personalmente uso quelli in neoprene perché oltre ad esser aderenti alla gamba sono di un materiale traspirabile).

L’approccio al torrente

Affrontiamo il torrente con cautela il pericolo è sempre dietro all’angolo, se entriamo in acqua ricordiamoci che il fondo è sempre scivolo, in nostro aiuto potremmo mettere sulla suola degli stivali le apposite presine in feltro , che faranno presa anche sui sassi ricoperti da uno strato di alghe.

L’ approccio allo stesso deve essere sempre fatto con cautela, la trota è molto sospettosa soprattutto quella che vive nei piccoli torrenti ed al minimo rumore può fuggire beffandosi di noi.

Stiamo sempre a debita distanza dal greto del torrente: la trota ci vede, come noi vediamo lei.

Mimetizziamoci con il giusto abbigliamento (colori prevalentemente scuri come il verde o il blu) e sfruttiamo gli ostacoli naturali (alberi rocce ecc.) per nasconderci alla sua vista.

Se dobbiamo guadare il torrente facciamolo sempre a valle rispetto a dove pensiamo sia la tana.

Altro punto importante peschiamo sempre a risalire in modo che la trota essendo rivolta a monte non ci veda.

L’ azione di pesca in generale

La regola prevede di pescare sempre in risalita per non farci scorgere dal pesce (ma le regole sono fatte per essere infrante).

Facciamo posare sul fondo la montatura con l’esca, e con la mano sinistra teniamo in tensione il filo tra le dita, cosi facendo sentiremo, quando il tutto si poggerà sul fondo trasmettendoci alle dita che tengono il filo un tocco o una vibrazione.

Starà a noi poi capire con un po’ d’esperienza, quando saranno tocche magari flebili che darà la trota o sarà il fondo che con la corrente dell’acqua trascina la montatura a trasmettere le tocche.

Come in tutte le tecniche, l’esperienza la fa da padrone.

Consigli in generale nei periodi climatici.

Durante il periodo primaverile, i torrenti saranno alimentati da acqua di neve che avrà una temperatura molto bassa, questa fa si che le trote siano più ferme e smaliziate nelle loro tane per sprecare meno energie possibili , in questo caso il pallettone o biglia o la corona concentrata sul fondosono le montature ideali , perché dovremo far sostare l’ esca sul fondo il più a lungo lasciandola svolazzare in maniera naturale , il finale sarà di buona lunghezza anche 40 cm. per insospettire meno la trota . La tocca sarà molto flebile il più delle volte e molto lenta , lasciamo mangiare l’ esca più del solito e poi ferriamo.

Appena l’acqua si scalderà appena sarà di colore opaco (essendo sempre acqua di disgelo) e le trote diventeranno più smaliziate e propense all’attacco, questo è un momento d’oro, perché il colore stesso dell’acqua le farà uscire in caccia alla ricerca del cibo, il pescatore sarà meno visibile, cosi come la nostra montatura rendendo le stesse meno sospettose .

Un ottimo periodo è durante la pioggia, quando l’acqua sarà leggermente torbida.

Ottimo subito dopo un temporale o una forte pioggia appena l’acqua tende a schiarirsi, qui il verme la fa’ da padrone.

Le esche naturali ed artificiali e gli inneschi.

Il verme di terra

Senza dubbio è l’esca più usata. La troviamo in natura e nei negozi in comodi vasetti.

Fai da te: li possiamo trovare nella terra umida, oppure raccogliamoli per terra dopo un temporale questi ultimi sono micidiali nei torrenti dopo un temporale. La loro conservazione non richiede molto, basta dargli un po’ di verdura ed ogni tanto inumidire leggermente la terra. Un piccolo punto è di mettere nel vasetto ogni tanto un po’ di fondo di caffé che li aiuterà a mantenere un colore scuro .

Il loro innesco: facciamo entrare l’amo dalla parte della testa del verme (è il punto che presenta un anello di colore leggermente diverso), spingiamolo fin sopra la paletta dell’ amo che fungerà da fermo,facciamolo salire per un pezzo anche sul filo , la punta dovrà uscire circa metà verme lasciando la coda libera di muoversi.

Personalmente uso ami che vanno dal n° 10 al n° 4 in base alla dimensione dell’esca, il loro colore è bronzato per mimetizzarli.

I vermi d’acqua: è un’esca formidabile perché trovata dalle prede in natura.

E’ un esca molto delicata rispetto al verme di terra, di misura più piccola, la troviamo nei rigagnoli in mezzo alla terra bagnata (fango) o sotto le foglie marcescenti.

La loro conservazione deve esser fatta in vasetti con all’interno del fango prelevato dallo stesso posto da dove li troviamo , ricordandoci di tener sempre bagnata la terra altrimenti moriranno.

Anche qui daremo un pezzo di verdura ogni tanto.

Il loro innesco: essendo più piccoli e delicati del verme di terra li innescheremo con delicatezza su ami a filo fine del n° 10/12 a calza oppure su ami più piccoli appuntati a metà corpo in modo che siano liberi di muoversi.

Personalmente uso ami color bronzato.

La camola del miele

E’ la seconda esca più usata. Anche questa reperibile in barattolini nei negozi.

Ricordiamoci che è un’esca molto delicata, usiamo ami a filo sottile con paletta piccola per non rovinare l’innesco stando attenti a non far uscire il liquido, altrimenti si svuoterà e risulterà inefficace.

Il loro innesco: usiamo ami piccoli del n° 8/10 per l’innesco singolo, oppure ami del n° 4/6 se la metteremo in coppia, facendo in modo che risulti una “elle”.

La prima la facciamo calzare tutta coprendo anche la paletta dell’amo mentre la seconda la infilerà fin circa la sua metà e faremo in modo che la sua codina serva da elica.

Personalmente uso ami dal colore dorato per mimetizzare l’amo con l’esca.

P.S. in commercio esistono anche le camole (vive e mummificate) colorate, verdi, rosse, gialle, queste saranno efficaci con le trote di semina, mentre sulle autoctone non faranno nessun effetto, tranne quelle di color verde che per via del colore assomigliano ai bruchetti che stanno sulle foglie degli alberi.

Personalmente ho risolto ancora giornate negative con le camole verdi.

Consiglio: proviamo gli inneschi misti ad esempio camola più verme e viceversa a volte risolvono le giornate.

Le uova di salmone

Le troviamo in barattolini nei negozi. Sono di vari colori, ma i più catturanti sono il color naturale (arancio chiaro) o il color rosa chiaro.

Buone per la pesca al tocco, nelle buche oppure alla passata con il galleggiante.

Il loro innesco: da sole o in coppia su ami del n° 10/12 a gambo sottile e tondeggiante.

Oppure mettiamone 3 /4 su un amo del n° 5/6 e usiamole nelle buche più fonde facendole sostare sul fondo, penserà la trota a prenderle.

Il pesciolino

Alborelle, Scazzoni, Vaironi, Sanguinerole, Ghiozzi.

Sono esche molto redditizie quanto selettive (a volte anche la piccola fario le aggredisce).

La dimensione ideale va dai 4 ai 7 cm. circa.

Attenzione non in tutti i posti si possono usare, informiamoci prima di farne uso.

Oltre a reperirli pescandoli, si possono trovare vivi nei negozi o morti nei barattolini.

Il loro innesco: l’amo dovrà esser rapportato alle dimensioni dell’esca, ma in genere un n° 4 a gambo lungo può andar bene, facciamo entrare la punta dell’amo dalla bocca del pesciolino e la facciamo uscire dalla branchia per poi far penetrare la punta da un fianco nella pancia , in modo che l’ innesco risulti leggermente curvo e durante l’ azione di pesca rotei vorticosamente attirando con vibrazioni e bagliori la preda.

Personalmente uso ami color argento (nichelati).

I Portasassi

 E’ la larva di friganea. Detta portasassi o portalegna perché si costruisce un piccolo involucro di sassolini o legnetti che utilizza come guscio dal quale fuoriesce da una parte la testa e dall’altra le zampette che la terranno ancorata sul fondo.

La sua dimensione può raggiungere i 3 cm. circa.

E’ un’esca delicatissima. E’ un’esca che può rivelarsi risolutiva, quando le altre falliscono perché i pesci la trovano normalmente nel greto del torrente.

Ottima esca per trote selvatiche con fili sottili ed ami piccoli, quando l’acqua è limpida.

Il loro innesco: data la sua estrema delicatezza va innescata con il guscio dalla parte delle zampette con ami piccoli.

Un altro innesco prevede di inserire prima uno o due gusci e poi la larva con il guscio, questo la farà apparire più voluminosa.

Si può anche innescare senza guscio sempre dalla parte delle zampette.

Una montatura tipo può essere con il piombo leggero 5 gr. girella e finale lungo 30 cm. dello 0,14 con trote disponibili.

Oppure una montatura micidiale e’senza nessun peso aggiunto lasciando che l’esca fluttui trasportata dalla corrente , lenza madre 0,20/22 , finale dello 0,12/14/16 collegato alla madre con un’ asola lungo 50 cm. amo del n° 12 .

Se vogliamo pescare appena sotto il filo dell’ acqua aggiungiamo uno o due pallini di piombo del n° 9/10 sulla lenza madre. Gatoss

E’ la larva di Tipula Maxima cioè la zanzara maschio (quella grossa).

La troviamo nei rigagnoli, ai lati del torrente in mezzo alle foglie in via di decomposizione e sotto la ghiaia.

La sua dimensione può raggiungere i 5 cm. ed è delicatissima rispetto alle apparenze ha il corpo pieno di liquido.

Il loro innesco: Data la sua delicatezza sarà appena appuntata sottopelle oppure appuntiamola sotto la piccola cresta (altrimenti la svuoteremo del liquido rendendola inefficace) nel punto inferiore della sua testa , useremo ami piccoli del n° 10/12 con filo sottile a gambo corto e curva ampia.

Essi anche se risulteranno scoperti non saranno di problema, l’importante è che il gatoss sia libero di muoversi e quindi attirare l’attenzione sulla preda.

E’ un’esca molto valida al tocco leggero nei torrentelli con poca corrente oppure da usare con il galleggiante per fare delle piccole passate. Personalmente uso ami di color bronzato.

Le hydropsyche (ovvero le larve di tricottero senza guscio).

 

Le troviamo nei torrenti nascoste sotto le pietre dove c’e’ acqua limpida con fondo roccioso.

Il loro colore è verde e la lunghezza è di circa 1 cm.

Il loro innesco: ami dal filo sottile dal n° 12 al 16 a gambo lungo.

Il Caimano 

 

Esca rubata alla pesca della trota in laghetto ma molto funzionale anche in torrente soprattutto su trote di recente immissione, la sua caratteristica è la corazza che è dura quindi molto più resistente di altre esche vermiformi, questa gli conferirà una rotazione molto veloce ed attirante.

Il loro innesco: ami del n°4/6 a gambo lungo, inneschiamolo dalla parte della coda e lasciamo che la testa e le zampette avanzino fuori dall’amo in modo da formare una specie di elle che conferirà la rotazione.

E’ un’ottima esca anche da innescare in coppia con la camola, però questo dovrà esser spezzato in due e la parte che useremo sarà dalla sua metà fino alla coda, mettiamo prima il mezzo caimano fino a salire sul filo e poi la camola.

Le camole artificiali   

Funzionano bene su trote appena immesse (a volte anche le nonne li attaccano, probabilmente più che per fame ma perché continuamente disturbate ed innervosite) io uso i modelli della Berkley nel modello da 3 cm. color bianco panna con brillantini , il loro innesco e’ come per le camole naturali.

Le camole mummificate:   

Queste come quelle artificiali ma con la particolarità di esser più naturali, le troviamo in tre colori generalmente bianco naturale, giallo, rosso.

Queste le usano, quando voglio fare inneschi misti di colore tra le varie esche, ad esempio metto la camola mummia rossa sopra e la bianca naturale sotto, ci sono varie possibilità di mescolanza.

I vermi artificiali

Stesso discorso del verme naturale con una differenza importante: questo non si muoverà mai in maniera naturale.

In ogni caso può esser un alternativa meno “sporca” rispetto al naturale.

Anche questi li potremo usare per fare inneschi misti.

Insetti: cosa si può chiedere a madre natura che le trote conoscono, le cavallette ed i grilli.

Li innescheremo su ami a gambo lungo e sottile appuntandoli appena sotto la loro corazza.

Gli ami

Qui il discorso è molto ampio, la marca il modello va molto in base alle preferenze e alle esperienze del loro uso.

Farò solo una piccola selezione personale sui colori degli stessi (mia mania), dal mio punto di vista i colori se adeguatati all’esca saranno meno visibili.

Color oro: camole

Color bronzato: vermi

Color nichelato: pesciolini

 

Le girelle

 

Di varie misure e fogge, personalmente uso sia il modello classico a barilotto e il modello roller nella misura 14/16.

Si usano singole, singola con moschettone, doppia e tripla con e senza moschettone, girelle tre vie.

 

Gli accessori

Gli stivali, solitamente si usano quelli a tuttacoscia, ci sono modelli tutti in gomma oppure anche in gomma fin al ginocchio per poi proseguire con il neoprene, questo ultimo a mio parere molto più comodo perché oltre ed avvolgere bene la gamba è morbido e non disturba durante le lunghe camminate e mantiene meglio la temperatura corporea lasciando respirare di più la pelle.

Gli occhiali polarizzanti che servono a togliere i riflessi dell’acqua e dare maggior visibilità al fondo, i guanti di vari tipi di materiale e con le dita tagliate, le forbici a scatto da attaccare al gilet, le forbici pinza utili per slamare e altro, il guadino (da me soprannominato da passeggio) utile quello da cintura, i portaesche nei vari modelli (nella stagione invernale sarebbe meglio usare quelli termici, hanno l’interno in polistirolo), gli scaldini da usare d’inverno x mantenere le esche al caldo in modo che non muoiano, il portatrote sia di plastica sia di vimini...

 

                                                               

Stivali tutta coscia occhiali polarizzanti guadino

                                    

 

Porta esche e scaldini guanti

 

                                                                     

Porta trote in vimini di plastica forbici pinza forbicine

 

 

I nostri amici pinnuti

 

Fario     Iridea    Marmorata 

 

Salmerino Alpino     Salmerino di Fonte