Alcune varianti
secondo la rivista BIOLOGIA flora e fauna d’acqua dolce
Le esche per il black bass sono molteplici: grub, tube, jig, worms, spinnerbait,
swim bait, cranck bait, minnow, rotanti e ondulanti.
Le misure ideali vanno dai 3-4 pollici in su, ciò che importa in questo tipo di pesca non è tanto la lunghezza dell' esca, bensì il suo volume. Infatti tanto è più voluminosa, tanto sarà più adescante.
Invece per quanto riguarda i colori, si utilizzano esche
scure con acque opache, mentre si usano quelle chiare con acque trasparenti,
anche se le tonalità meno evidenti danno sempre ottimi risultati anche in
situazioni di scarsa luminosità,
come a diversi metri di profondità o in zone altamente intricate con una scarsa
penetrazione della luce solare. In queste ultime condizioni, danno una resa
superiore i modelli arricchiti internamente con paiette riflettenti di colore
giallo, rosso o azzurro, tonalità che emettono maggiore rifrazione senza però
eccedere nella luminosità che potrebbe, se eccessiva, spaventare il pesce.
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Acqua chiara |
Acqua scura |
Soleggiato |
Colori neutri |
Nero, giallo |
Nuvoloso |
Nero blu |
Colori molto visibili |
Una delle soluzioni
tecniche più funzionali per adoperare i siliconici correttamente consiste nel
richiamarlo in prossimità del fondo facendogli compiere saltelli, ma mantenendo
una velocità di avanzamento sempre molto ridotta, questo alzando e abbassando
la vetta della canna, con movimenti sempre irregolari, mantenendo la lenza tesa
per percepire all’istante anche le toccate più esili. Molto importante
risulta la sosta sul fondale tra un richiamo e l’altro. Oppure si può
trascinare l’esca sul fondo con un recupero lento, che su fondali di sabbia e
limo permette di alzare nuvolette che segnalano l’esca al bass. Anche in
questo caso sono micidiali le soste mantenendo la lenza un po’ in bando, così
che il pesce non possa percepire eccessiva resistenza dandoci il tempo
necessario per portare a segno la ferrata.
In alternativa al trascinamento, possiamo far compiere balzi in avanti
all’artificiale semplicemente mediante degli strappetti, sempre intervallati
da pause, movendo lateralmente la vetta della canna, ma andando dall’alto
verso il basso.
L’azione di
pesca: il lancio viene eseguito a pendolo e una volta che l’esca è entrata,
la si lascerà affondare per qualche secondo, cercando di far pulsare
l’esca con movimenti di polso. Se nella fase di caduta non sentiremo alcuna
toccata inizieremo il recupero facendo ripartire l’esca dal fondo con colpetti
sino a farla arrivare sotto i nostri piedi.Importantissimo è il contatto con
l’esca mediante la gestione del filo che verrà tenuto nella mano sinistra,
così da avvertire anche le tocche più leggere.
A seconda dell’attività dei bass regoleremo i nostri recuperi. Con pesci
attivi, richiami più vivaci, mentre con quelli più apatici si tenderà a
mantenere più tempo l’esca sul fondo, così da dare il tempo ai pesci più
sospettosi di poter aspirare l’esca. In alcuni casi si cerca di far grattare
il fondo all’esca così da creare delle nuvolette di fango che attirino i bass
pensando ad invertebrati in cerca di cibo.
A
differenza del Flipping questa tecnica si adotta in acque più chiare e
profonde, e con ostacoli rari e più facili da penetrare. La distanza è
maggiora dallo spot, a causa dell’acqua chiara e va fino ai 14 metri circa.
L’azione di pesca: La tecnica di recupero sarà la stessa adottata nel
Flipping, anche se la distanza maggiore chiederà al pescatore una maggiore
attenzione nei sali scendi e nella fase di recupero orizzontale. Quindi grande
importanza ha la gestione del filo, per poter ferrare alla prima tocca o in caso
di appesantimenti anomali.
consiste in una
tecnica di lancio che ha lo scopo di penetrare negli ostacoli più impenetrabili
facendo compiere all’esca numerosi saltelli in acqua così da non spaventare i
pesci. In questo modo l’esca risulterà maggiormente adescante e la possibilità
di riuscire ad entrare nel cuore della cover ci consentirà di stuzzicare i bass
più nascosti.
Funzionano molto bene le esche compatte come i tube. Se l’abboccata non
avviene nei primissimi secondi, si passerà alla fase di recupero mediante
flipping o pitching.
è un innesco che
viene fatto in caso di pesce apatico. Vengono utilizzati ami con occhiello,
antialga (mosquito) o testine piombate e l’esca viene infilzata a metà circa.
Le esche più utilizzate sono i vermi dritti come i senko.
In alcuni casi vengono utilizzati dei piombi insert che hanno forma conica
allungata e che devono essere inseriti all’interno dell’esca così da
garantirgli una discesa più naturale.
L’azione di pesca: si lanci l’esca in acqua lasciandola sprofondare e
richiamandola
di tanto in tanto così da far sembrare l’esca un verme che si contorce. Una
volta arrivata sul fondo effettueremo altri richiami e la lasceremo ricadere
sino ad arrivare alla nostra postazione.
sono montature
simili che variano per l’innesco.
Il primo consiste nel montare con nodo palomar un amo con offset a circa
15-45 cm dalla fine del filo dove verrà applicato un piombo con clip cilindrico
o a sfera a seconda del fondo.
Nel down shot invece la montatura è la stessa, ma l’amo utilizzato sarà uno
normale con occhiello.
Con queste montature si può anche effettuare il wacky rig. Queste tecniche
vengono utilizzate in periodi in cui i pesci sono apatici(estivo e invernale).
L’azione di pesca: viene eseguita mediante recuperi a piccoli strappetti
oppure mediante recupero costante intervallato da pause più o meno lunghe.
Coi minnow
affondanti recuperi lenti con accelerate improvvise di poca durata, se
galleggianti intercalare anche qualche fermata permettendo all'artificiale di
risalire un pò, magari con qualche strappetto.
Top water: per questa tecnica sono previsti minnow galleggianti(prop bait,
popper e grub senza piombatura). Il recupero è lento e con strappetti. Inoltre
ci sono anche i buzzbati che sono simili a spinnerbait e che richiedono un
recupero costante.
Con bass molto attivi si effettua un recupero abbastanza veloce, mentre con pesci apatici si effettua un recupero lento e con strappetti.
L’ondulante non
ha un vero movimento proprio , deve essere animato dal pescatore ; ci sono vari
modi:
1°
Recupero costante con canna ferma e solo cambio di velocità col mulinello.
2°
Recupero lento con qualche strappetto e accelerazione irregolare
3°
Recupero costante con Richiami rapidi di 90° della canna e poi lasciar ricadere
per qualche secondo l’artificiale ,qualche colpo di manovella e ricominciare.
4° Si può fare un recupero alternando i vari modi , l’importante è farlo muovere in modo da incuriosire il pesce e spingerlo all’attacco.